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Sempre più formaggi DOP all’estero

Le DOP italiane nei formaggi sono aumentate di numero negli ultimi due anni ma soprattutto hanno consolidato volumi e fatturati nei mercati esteri. Una situazione che riesce ad affermarsi pur con la mannaia del mercato russo, soprattutto per i formaggi a pasta dura.

Il Made in Italy non perde un colpo e continua il suo forte appeal nei confronti dei consumatori internazionali.
Simbolo di bontà, genuinità e attenzione al design.

I prodotti caseari a denominazione attestano valori positivi dell’export ad un valore di 1,4 miliardi con un +5,5% rispetto allo scorso anno. Il mercato estero recepisce con molta sensibilità il nostro prodotto e questo anche in zone del mondo fino ad ora difficili come i paesi asiatici. L’export per il settore lattiero caseario è una sfida che sembra essere vinta per ora ma ci sono grandi margini di manovra.

Il lavoro delicato del controllo dell’origine del prodotto e il contenimento delle contraffazioni è sicuramente la nuova frontiera che dovrà coinvolgere governo e organi di tutela. Oggi i principali mercati sono quelli nordamericani, USA e Canada, In Europa il primo paese è la Germania poi Francia e Inghilterra. Ottime performance arrivano da Giappone, Corea e Cina.
 
Ecco qui sotto l’elenco dei formaggi DOP italiani:
 
Asiago dop, Bitto dop, Bra dop, Casatella Trevigiana dop, Caciocavallo Silano dop, Caciotta di Urbino dop, Castelmagno dop, Fontina dop, Gorgonzola dop, Grana Padano dop, Montasio dop, Monte Veronese dop, Mozzarella di Bufala Campana dop, Parmigiano Reggiano dop, Pecorino Romano dop, Pecorino Sardo dop, Pecorino Toscano dop, Piave dop, Provolone Valpadana dop, Quartirolo Lombardo dop, Raschera dop, Stelvio dop o Stilfser dop, Taleggio dop, Toma Piemontese dop, Valtellina Casera dop.
S&M  - autoreS&M